Confsal – Unsa esteri: Deprezzamento euro sta impoverendo i lavoratori, ma continua silenzio del Maeci
“Malgrado i confronti reiteratisi con l’Amministrazione in queste ultime settimane e la notifica dei Paesi in cui la svalutazione della moneta europea rispetto alle monete locali sta comportando i maggiori danni in termini di ammontare reale della retribuzione, il MAECI temporeggia e non individua soluzioni immediate atte a compensare i danni che la variazione di cambio stanno comportando”. Lo dichiara in una nota Iris Lauriola, Segretario Nazionale della Confsal-Unsa esteri.
“Come ripetutamente evidenziato all’Amministrazione degli Esteri, – spiega la sindacalista – la svalutazione dell’euro sta determinando una decurtazione retributiva che oscilla tra il 10 ed il 30% segnatamente in Paesi come, ad esempio, gli USA, il Regno Unito, la Svizzera o Israele, dove la moneta europea ha subito importanti svalutazioni rispetto alla moneta locale. Si ricorda che in questi Paesi la retribuzione continua ad essere erogata in euro agli impiegati a contratto, ma questo trend rischia di compromettere la prosecuzione della collaborazione degli impiegati a contratto presso le nostre rappresentanze, non sussistendo più appeal economico”.
“Per il personale di ruolo l’Amministrazione ha ribadito la volontà di raccogliere le istanze di riadeguamento delle indennità e dei rimborsi provenienti dai paesi coinvolti – spiega Lauriola -, al fine di portarne le risultanze alla commissione permanente di finanziamento, come previsto dal dpr 18. Peccato che anche per quanto riguarda il personale di ruolo le soluzioni prospettate non si configurino di tipo strutturale e risolutivo poiché orientate solo a tamponare l’emergenza con travasi di fondi all’interno dello stesso capitolo. Di contro, invece, per il personale a contratto il problema non sembra nemmeno porsi, considerando che qualsivoglia ipotesi di riadeguamento, in questo caso motivata da contingenza straordinaria, non potrebbe essere attuata in ragione dell’incapienza del capitolo di spesa ad esso destinato.
E’ evidente che in circostanze come questa riemerga in maniera drammaticamente lampante la patologia del sistema finanziario del dicastero degli esteri, segnatamente per quanto attiene la gestione, l’ammontare ed il finanziamento dei capitoli destinati ai nostri lavoratori a contratto. Ci auguriamo che, con il nuovo Governo e, verosimilmente nella prossima legge di bilancio, possa definitivamente superarsi”.
“Consapevoli che l’attuale crisi economico-politica in Europa sia destinata a protrarsi sul medio-lungo periodo e con essa la svalutazione dell’euro, riteniamo prioritario e estremamente urgente operare con riadeguamenti retributivi a decorrere dall’inizio del 2023, trovando celermente opportune risorse all’uopo, così come ampiamente discusso con l’Amministrazione, al fine di tamponare in maniera mirata le perdite maturate negli ultimi mesi nonché fornire stabilità e garanzia ai nostri lavoratori già vessati da mesi di decurtazioni e compromissioni dei diritti in ragione dell’evoluzione della normativa in materia di assegno al nucleo e detrazioni fiscali per carichi di famiglia”, conclude Lauriola.