Il 25 settembre si terranno le elezioni politiche per il rinnovo del Parlamento. A contendersi i 400 seggi della Camera e i 200 del Senato saranno varie formazioni politiche e coalizioni: ecco quali sono i loro programmi
Coalizione di centrodestra
La coalizione di centrodestra è composta da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati ed hanno presentato un programma politico unitario. „Per l’Italia – Accordo quadro di programma per un Governo di centrodestra” è il nome scelto per il documento, che conta 15 punti.
Il primo punto del programma riguarda la posizione internazionale dell’Italia
Il punto iniziale del programma riguarda il posizionamento internazionale dell’Italia, che è „a pieno titolo parte dell’Europa, dell’Alleanza Atlantica e dell’Occidente”, e con punto centrale di una “politica estera incentrata sulla tutela dell’interesse nazionale e la difesa della Patria”.
Nel documento vengono affrontati vari temi: dalla riforma del fisco (con l’estensione della flat tax alle partite Iva fino a 100mila euro di fatturato e taglio del cuneo fiscale in favore di imprese e lavoratori) alla giustizia, dalla revisione del reddito di cittadinanza, alla lotta all’immigrazione e la tutela dell’ambiente.
Ma i punti finiti al centro dell’attenzione sono la revisione del PNRR e la riforma della Costituzione, prevedendo l’elezione diretta del Presidente della Repubblica e l’accrescimento delle autonomie territoriali.
Partito Democratico
Il Partito democratico ha raccolto intorno a sé una coalizione composta anche da +Europa, Sinistra Italia/Verdi e Impegno civico, la nuova formazione di Luigi Di Maio. La coalizione è frutto di accordi separati stretti dai Dem con le altre formazioni.
In vista del voto del 25 settembre il Partito democratico ha presentato agli elettori un programma incentrato su tre “pilastri”: Sviluppo sostenibile e transizioni ecologica e digitale; Lavoro, conoscenza e giustizia sociale; Diritti e cittadinanza.
Tra le proposte più al centro dell’attenzione si segnala la volontà di garantire “una mensilità in più alla fine dell’anno” per i lavoratori “dovuta alla riduzione delle tasse sul lavoro”; sul tema dei diritti poi il Pd propone l’introduzione dello Ius Scholae, del ddl Zan, una legge sul fine vita e legalizzare l’autoproduzione di cannabis per uso personale.
Tra i partiti della coalizione, anche Sinistra Italiana/Verdi hanno presentato un documento programmatico: “Punto numero uno la difesa e attuazione della Costituzione repubblicana e antifascista. Rifiutiamo in particolare ogni forma di presidenzialismo, di rottura dell’unità nazionale, di negazione dei principi fondamentali su cui si basa la nostra convivenza civile”.
Movimento 5 stelle
Il Movimento 5 Stelle correrà alle prossime elezioni politiche da solo: la formazione guidata da Giuseppe Conte ha presentato il programma elettorale articolato in diversi punti, che vanno dai diritti dei lavoratori all’ambiente fino alla salute e all’istruzione.
Tra i punti principali del programma pentastellato si segnala l’intenzione di introdurre un salario minimo legale di 9 euro lordi l’ora e agevolare la sottoscrizione di contratti a tempo indeterminato; l’eliminazione di stage e tirocini gratuiti; un nuovo Superbonus energia imprese; l’eliminazione dell’IRAP; matrimonio egualitario, legge contro l’omotransfobia e Ius scholae.
Azione e Italia viva
A correre fuori da alleanze è anche la lista unitaria formata Azione e Italia Viva. Il polo centrista ha presentato un programma composto da 68 pagine, nelle quali ci sono i „punti programmatici per 20 ambiti della vita pubblica”. Sono tre gli obiettivi generali: favorire una crescita economica inclusiva e sostenibile, allargare le opportunità per tutti e semplificare radicalmente la vita ai cittadini.
Tra le proposte di Azione/Italia Viva si segnala l’ipotesi di includere il nucleare nel mix energetico per arrivare a „emissioni zero“ nel 2050; l’introduzione di un salario minimo e l’eliminazione del Reddito di cittadinanza dopo il primo rifiuto di offerta di lavoro; il ripristino della prescrizione sostanziale; l’elezione diretta del premier e il superamento del bicameralismo paritario.