Libro: „Im Namen des Vaters, des Sohnes und der Macht“ – Colloquio con gli autori Claudia e Simone Paganini
È in libreria da poche settimane “In Namen des Vaters, des Sohnes und der Macht“ (Herder) di Claudia e Simone Paganini e ne parliamo con gli autori.
Da biblisti e studiosi della Bibbia date nel vostro libro alcune coordinate metodologiche su come approcciarsi a un testo. Una di queste è “Sitz im Leben”, ossia la circostanza, il contesto preciso e anche l’intento da cui nasce qualsiasi testo.
Qual è il “Sitz im Leben” del vostro libro?
Il libro nasce dalla passione per Star Wars e per la Bibbia e si rivolge a Fans di Star Wars che vogliono provare a conoscere lo sfondo culturale a partire dal quale – per lo meno negli anni ‘70-‘80 – è nato l’universo di Star Wars. E naturalmente si rivolge anche a persone che leggono la Bibbia con interesse e che si lasciano mettere un po’ anche in discussione da questo testo fondamentale per lo sviluppo culturale del mondo in cui viviamo. Alla fine del libro i lettori imparano un po’ di cosa su Star Wars, un po’ di cose sulla Bibbia e soprattutto molte cose su come Star Wars. Naturalmente il libro non è un testo dissacrante nei confronti della Bibbia, ma offre una chiave interpretativa che può aiutare anche a comprendere il testo della Bibbia.
Quali sono i paralleli che emergono fra la Bibbia e la saga di Guerre stellari?
Oltre a numerosi paralleli contenutistici e teologici, come ad esempio la lotta apocalittica del bene contro il male, del ruolo svolto da personaggi femminili in una società fondamentalmente patriarcale, la speranza e l’attesa di un messia che alla fine salverà l’universo, Star Wars e la Bibbia sono molto simili anche a un livello più formale, se vogliamo chiamarlo così. Tra i tanti aspetti mi preme segnalarne uno che riguarda il genere letterario. Quando i primi cristiani decidono di tramandare episodi importanti della vita di Gesù inventano una forma nuova di “biografia” che la comunità facente capo a un personaggio di nome Marco definisce per la prima volta Vangelo, ovvero buona novella che mescola elementi biografici, con la predicazione e con l’annuncio del messaggio di Gesù. Il vangelo di Marco si utilizza di un genere letterario molto diffuso, quello della “biografia di personaggi importanti”, si pensi alle “Vite Parallele” di Plutarco o agli spunti biografici nelle opere di Giuseppe Flavio, ma lo rimodella e questo genere dopo non sarà più uguale a prima. Star Wars fa lo stesso con il genere letterario della “fantascienza” reinventandolo e la “fantascienza” dopo Star Wars non sarà più la stessa.
Questi paralleli sono voluti dall’autore della saga George Lucas o sono inconsapevoli, ossia fanno parte di un mondo simbolico collettivo?
George Lucas conosce la cultura cristiana e anche quella ebraica, ne è influenzato e sviluppa numerosi elementi in maniera inconscia. Ma conosce anche l’opera di un grande antropologo, Joseph Campbell, e ne è stato influenzato. Campbell già negli anni ‘50 aveva scritto un libro in cui presentava paralleli sulla figura dell’eroe che lui ritrovava in tantissime tradizioni religiose e mitologiche nella storia dell’umanità. Molti esempi trattati da Campbell arrivano naturalmente dal mondo biblico e naturalmente Lucas li conosce e li utilizza volutamente. La “forza” ad esempio è sia la riproduzione del Dio della Bibbia ebraica, che ricerca l’equilibrio, ma ha anche elementi propri di religioni orientali. Gli Yedi assomigliano molto agli esseni, ma anche ai samurai. Anakin, Luke e Rey hanno caratteristiche che ritornano in molti personaggi biblici, ma sono anche proprie del mito greco. Molti paralleli non possono essere casuali, sono voluti – come ad esempio il parallelo tra la verginità di Shmi e quello di Maria al momento del concepimento – altri invece – come quello tra Han Solo e il re Davide o tra Anakin e Sansone – possono anche essere frutto del caso… Anche se secondo me Lucas non ha lasciato davvero nulla al caso…