Nella gremitissima sede dell’associazione italo-tedesca Amici della cultura italiana di Tübingen, l’autore Ignazio Campagna ha presentato il suo primo saggio: Gli amori di Luigi Pirandello.
Il suo libro individua il filo rosso che lega il rapporto del drammaturgo agrigentino con le donne. Secondo Campagna, molte idee sbagliate sulla vita e sul carattere di Pirandello derivano da Federico Vittore Nardelli, il suo primo biografo.
Le tre donne di maggior spicco nella vita sentimentale del Premio Nobel per la letteratura (1936) sono la cugina Lina della quale fu per anni il fidanzato ufficiale, l’attrice milanese Marta Abba e la tedesca Jenny Schulz Lander al tempo in cui il drammaturgo e scrittore siciliano era studente a Bonn.
L’autore Ignazio Campagna, originario di Alcamo (Trapani), ex insegnante fra gli anni 70 e 2000 in corsi consolari di Tübingen, Reutlingen e Rottenburg e fondatore, a suo tempo, della compagnia teatrale amatoriale “I Menestrelli”, nella sua ricerca letteraria mette in luce il rapporto fra Pirandello ed i suoi amori nascosti, peraltro mai di lunga durata. Sull’idea-progetto di scavare nella vita sentimentale del suo illustre corregionale ci ha fra l’altro confidato:
Nell’ambito delle attività della “Associazione Amici della cultura italiana” di Tübingen, di cui faccio parte, avevo in programma per il 2020 una conferenza sugli amori di Pirandello. Con l’arrivo della pandemia la conferenza fu annullata sine die. Ma mentre rileggevo alcuni libri, prendevo appunti e scrivevo il testo della conferenza, ho letto, proprio sul Corriere d’Italia, che era stato appena pubblicato un libro (La Germania di Pirandello tra sogno e realtà) con gli atti del convegno internazionale tenutosi a Berlino/Potsdam nell’ottobre del 2017 per il 150° anniversario della nascita dello scrittore. Il volume si concludeva con un piccolo capolavoro narrativo (“Jenny e Luigi. Quasi un visavì”), in pratica un monologo con protagonista Jenny Schulz Lander, la ragazza tedesca di cui Pirandello si innamorò (ampiamente ricambiato) mentre era studente a Bonn. Non senza una qualche sorpresa, sia nella introduzione del volume che nel monologo ho rilevato alcune inesattezze, alcune affermazioni non documentate e alcuni errori di prospettiva. Mi sembrò utile segnalare all’autore del pur pregevolissimo monologo le mie perplessità e le mie osservazioni con una mail che aveva per oggetto “Pirandello visto da Tübingen”. Dopo di che ho pensato che non potendo fare la conferenza, potevo fare di più: scrivere un saggio che fosse uno sguardo d’insieme sugli amori di Pirandello, tema peraltro mai affrontato, se non in modo frammentario, dalla critica pirandelliana.
Che persona è veramente Pirandello?
Pirandello è un gigante della letteratura italiana e mondiale e un grandissimo drammaturgo; per l’Italia, l’autore più importante del secolo scorso e uno dei più importanti di ogni tempo. Questo per quanto riguarda lo scrittore, l’innovatore teatrale, l’artista. Pirandello uomo era invece uomo tra gli uomini, come tutti con pregi e difetti, qualità e manchevolezze.
Che ruolo hanno Marta Abba e Jenny Schulz Lander nella vita dello scrittore e drammaturgo siciliano?
Jenny Schulz Lander fu la ragazza che, studente a Bonn, amò da giovane. Marta Abba la giovane e bella attrice milanese ventiquattrenne di cui Pirandello si innamorò all’età di 58 anni. Jenny fu una ragazza bella, intelligente e solare sinceramente innamorata di Luigi. Al giovane siciliano tutto diede senza nulla chiedere, sperando solo che fosse sincero l’amore che lui le diceva di nutrire per lei. Con lei Luigi visse un anno d’amore felice, il solo periodo felice della sua vita. Abbandonare Jenny è stato da parte di Luigi un atto di assoluta stoltezza. Peraltro mai abbandono fu pagato a così caro prezzo come gli avvenimenti successivi della sua vita si incaricheranno di dimostrare. L’amore per Marta Abba – se proprio di amore vogliamo parlare – è un “amore” disperato e inconcludente, non corrisposto e tutto di testa. Un amore che accentua il suo mal di vivere, la sua infelicità. Del resto Pirandello in quel tempo, e forse anche prima, non era in grado di viverlo un vero amore. Perennemente ripiegato su sé stesso, il suo narcisismo gli inibiva la facoltà di amare una donna in modo completo, con l’anima e con i sensi. Incapace di amare Marta Abba in quanto donna e femmina, Pirandello adorava l’immagine astratta e idealizzata di lei, Musa e Madonna, senza colpa né peccato: donna desiderata ma non oltraggiata dal contatto fisico.
Perché Pirandello sembra non amare molto i siciliani?
Non credo che si possa dire che Pirandello non amasse i Siciliani. Non c’è in Pirandello la polemica costante verso la Sicilia e i Siciliani che c’era invece in Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Diciamo che non amava l’ambiente ristretto e provinciale di Girgenti, la città (la cittaduzza la definì in una occasione) dov’era nato e cresciuto. La Sicilia del tempo di Pirandello (fine Ottocento-inizio Novecento) era per molti aspetti una società statica. Una società in cui il formalismo era il modo di vivere prevalente e in cui il mancato rispetto delle convenzioni causava inevitabilmente scandalo e disapprovazione. I conformismi e i tabù a cui Pirandello rimane legato per tutta la vita hanno le radici nella Girgenti e nella Porto Empedocle della sua infanzia. Sono queste radici che Pirandello a vent’anni, nel lasciare l’isola, si porta appresso e che costituiscono la “scorza” (di cui parla Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo) che determinano la sua insularità d’animo.
Che influenza hanno sull’illustre siciliano i soggiorni in Germania e Francia?
Se il riferimento è al suo rapporto con le donne, oggetto della mia indagine, possiamo affermare che Pirandello è stato poco influenzato dalla sua permanenza a Bonn, a Berlino e a Parigi. Scrive Gaspare Giudice, il maggior biografo di Pirandello, che l Nostro “sarà contento, in Germania, di trovare maniere più libere e semplificate nei rapporti fra i sessi, e ne comunicherà la sua lieta meraviglia alla sorella rimasta in Sicilia (…) ma non muterà per questo le sue rigide opinioni apprese nell’adolescenza e nella giovinezza”.
Che cosa ti affascina particolarmente del tuo conterraneo?
L’insieme della sua opera, che è straordinaria; la sua capacità di scrittura; le novità rivoluzionarie portate nel teatro; la sua fantasia.
Quanta risonanza ha Pirandello oggi?
Ancora tanta. I convegni sulla sua opera si susseguono in tutto il mondo. Nello stesso periodo del convegno internazionale di Berlino/Potsdam, di cui parlavo prima, ce n’è stato un altro presso l’Università di Tübingen e tanti altri in Italia e nel mondo. Dalle opere di Pirandello sono stati tratti circa cinquanta film. I Sei personaggi in cerca di autore è un dramma che George Bernard Shaw ha giudicato come l’opera più significativa del teatro di tutti i tempi, e il Time, ancora nel 2000, come la migliore pièce del 1900. Sono sempre numerose le tesi di laurea su Pirandello e così pure le pubblicazioni, la scoperta di nuovi documenti, le messe a punto su varie tematiche della sua opera.
Alla presentazione del tuo libro a Tübingen si è registrato il tutto esaurito. Si è notata però l’assenza delle istituzioni italiane locali, Consolato ed Istituto Italiano di Cultura. Una semplice dimenticanza?
Dimenticanza no, perché sia il Console Generale che il Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura mi hanno scritto una cortese mail in risposta al mio invito. La circoscrizione consolare di Stoccarda è particolarmente ampia e la comunità italiana che vi risiede credo che sia la più numerosa d’Europa. È ovvio che né il Console né il Direttore dell’istituto possono presenziare a tutte le iniziative di varia natura organizzate dalle nostre associazioni. Se poi mi chiedi se secondo me sarebbe comunque auspicabile da parte delle Istituzioni italiane ad ogni livello una maggiore sensibilità nel sostenere le iniziative delle nostre associazioni, specialmente quando organizzano eventi culturalmente qualificati e qualificanti, se è questo che mi chiedi io ti rispondo convintamente di sì.
Il tuo libro è ormai in tutte le biblioteche italiane. Ci saranno presentazioni in altre località del Baden-Württemberg e/o della Germania, magari nei Gymnasien in cui si insegna Italiano, nelle Facoltà di Italianistica e nei corsi di lingua italiana nei quali tu hai insegnato per oltre tre decenni?
Il mio libro è stato pubblicato appena qualche mese fa. Fino ad oggi è stato presentato ad Alcamo, la mia città natale, a Palermo e a Tübingen. Altre presentazioni sono in programma nei prossimi mesi in Italia. Escludo presentazioni nei corsi di lingua e cultura italiana e nei licei tedeschi (dove peraltro Pirandello non è in programma). Nelle facoltà di italianistica sarebbe certamente possibile. Molto utile, secondo me, potrebbe essere una presentazione del libro per gli insegnanti italiani, di qualsiasi livello, che operano nella nostra o in altre circoscrizioni. Pirandello è il maggiore scrittore e drammaturgo italiano della prima metà del Novecento per cui merita una particolare attenzione.
Qual è lo sguardo d’insieme del tuo saggio e come può essere acquistato?
Lo sguardo d’insieme che Il mio saggio offre sugli amori di Pirandello è la prima condizione per individuare qual è il filo rosso che lega il rapporto dello scrittore con le donne. Filo rosso che spiega, per fare un solo esempio, perché in tutta la sua opera non c’è una sola pagina di amore vissuto serenamente. Questo è probabilmente il merito maggiore del libro e, se vuoi, la sua originalità. Il libro, edito da Carlo Saladino, consta di 172 pagine e si può reperire nelle librerie o attraverso tutte le piattaforme on line delle case editrici italiane, al prezzo di 15 euro.