Le reti criminali si sono rapidamente adattate alle nuove opportunità e alla domanda di prodotti generate dalla pandemia
Le importazioni di merci contraffatte e piratate hanno raggiunto i 119 miliardi di euro nel 2019, pari al 5,8% di tutte le merci che entrano nell’UE e nel 2020 sono stati bloccati circa 66 milioni di articoli contraffatti da parte delle autorità doganali. Nel 2019 le forze dell’ordine tedesche e italiane hanno arrestato 20 persone e sequestrato 150.000 litri di olio d’oliva falso in violazione delle indicazioni geografiche di origine, per un valore di 8 milioni di euro. Tra marzo e settembre 2020, Europol ha coordinato l’operazione Shield, che ha preso di mira il traffico di medicinali e sostanze dopanti contraffatti e utilizzati in modo improprio.
L’operazione Shield guidata da Finnlandia, Francia, Grecia e Italia ha coinvolto in tutto 27 paesi del mondo, tra cui 19 Stati membri dell’Unione Europea e otto paesi terzi. Nel giugno del 2021 sono stati sequestrati oltre 2.000 articoli di profumi contraffatti prodotti nei paesi limitrofi all’Europa. Questa rete criminale infatti operava in tutta Italia, mantenendo stretti rapporti con i produttori dei paesi limitrofi all’Unione europea e utilizzando autocisterne per importare profumi sfusi. Lo studio effettuato da Europol e Euipo esplora quali merci sono maggiormente contraffatte e inoltre serve a misurare l’impatto avuto sull’economia globale negli ultimi anni.
L’ultima “Valutazione delle minacce dei reati contro la proprietà intellettuale”, elaborata congiuntamente da Europol e dall’Ufficio dell’Unione europea per la Proprietà intellettuale (EUIPO), rivela che la distribuzione di merci contraffatte ha avuto un fiorente mercato durante la pandemia da Covid-19. Infatti, la crisi sanitaria ha offerto nuove opportunità al commercio di merci contraffatte e usurpative dando così l’opportunità ai criminali di adeguare i propri modelli di business alla nuova domanda mondiale.
La relazione, che si basa su dati a livello di UE e sulle informazioni operative di Europol, conferma che la contraffazione e la pirateria continuano a rappresentare una grave minaccia per la salute e la sicurezza dei consumatori, nonché per l’economia europea.
Secondo i dati più recenti dell’Ocse e dell’Euipo, nel 2019 le importazioni di merci contraffatte e usurpative hanno raggiunto i 119 miliardi di Euro, pari al 5,8 % di tutte le merci in entrata nell’UE.
Oltre alle categorie di abbigliamento e di prodotti di lusso contraffatti sequestrati, vi è stato un crescente commercio di merci contraffatte che possono potenzialmente nuocere alla salute umana, quali medicinali, alimenti e bevande, cosmetici e giocattoli.
Inoltre si è accertato che negli ultimi anni sono stati individuati, e questo in misura crescente, prodotti farmaceutici contraffatti, che spaziano da un’ampia gamma di medicinali a dispositivi di protezione individuale o mascherine.
La distribuzione di questi prodotti si è spostata quasi interamente dai mercati fisici a quelli online, sollevando preoccupazioni per la salute pubblica. Questi prodotti illeciti continuano per lo più a provenire da paesi terzi, ma spesso vengono anche fabbricati in laboratori illegali all’interno dell’UE, laboratori difficili da individuare e che probabilmente sono costituiti con risorse relativamente limitate.
Ma anche la produzione di prodotti alimentari illeciti, in particolare quelle di bevande, è diventata più professionale e sofisticata, dove i contraffattori coprono l’intera catena di fornitura e distribuzione. Anche le violazioni delle indicazioni geografiche protette continuano a essere ampiamente segnalate.
La relazione di Europol e Euipo evidenzia alcune tendenze chiave che si notano nei vari settori di merci che principalmente vengono presi di mira dai contraffattori. Per esempio il settore dell’abbigliamento, degli accessori e quindi dei prodotti di lusso sono tra le categorie di prodotti più comuni tra le merci contraffatte, e queste sono vendute sia online che nei mercati fisici. Si tratta di una delle principali categorie dei circa 66 milioni di articoli contraffatti sequestrati dalle autorità dell’UE nel 2020.
Come operano le reti criminali
La distribuzione di prodotti contraffatti si basa principalmente sulle piattaforme digitali, una tendenza che è stata rafforzata dalla pandemia e dall’ampio consumo online. I prodotti vengono offerti sui mercati online tramite diretta streaming, video e pubblicità su piattaforme di social media, nonché tramite i servizi di messaggistica istantanea, rivolgendosi solitamente ai clienti con sconti ingannevoli o prodotti di marca a basso prezzo. Tale contraffazione è un’attività estremamente redditizia per le reti criminali coinvolte, le quali traggono grandi profitti pur correndo relativamente pochi rischi.
I reati contro la PI (Proprietà intellettuale) sono stati inseriti tra le priorità dell’UE nella lotta contro le forme gravi di criminalità e di criminalità organizzata per il periodo 2022-2025 nell’ambito della piattaforma multidisciplinare europea di lotta alle minacce della criminalità (EMPACT).
La studio di Europol e Euipo sottolinea che, sebbene la maggior parte delle contraffazioni nel mercato dell’UE sia prodotta al di fuori dell’Europa, principalmente in Cina e in altre parti dell’Asia, la produzione nazionale all’interno dell’UE rappresenta una tendenza al rialzo. La crescente importazione nell’UE di materiali da imballaggio e prodotti semilavorati contraffatti indica chiaramente la presenza di impianti di produzione illegali anche nell’UE. Le reti criminali con sede in Europa coinvolte nei reati contro la PI provvedono alla distribuzione di prodotti contraffatti importati e, in alcuni casi, gestiscono moderni impianti di produzione che assemblano prodotti semilavorati.
Il Direttore esecutivo dell’Euipo, Christian Archambeau, ha dichiarato:
“Questa nuova valutazione delle minacce getta nuova luce sulla portata e sulle tendenze della contraffazione e della pirateria all’interno dell’UE, evidenziando i gravi danni che possono essere causati alla salute dei consumatori nonché l’impatto sulle imprese legittime, in particolare durante questi tempi difficili di ripresa dal Covid-19. I criminali hanno dimostrato la loro capacità di adattarsi alle nuove opportunità generate dalla pandemia e dobbiamo continuare a sostenere, attraverso la nostra stretta collaborazione con Europol, gli sforzi profusi dalle autorità di contrasto nella lotta ai reati contro la PI”.
Il direttore esecutivo di Europol, Catherine De Bolle, ha affermato: “La pandemia Covid-19 ha offerto ai criminali nuove opportunità commerciali per la distribuzione di merci contraffatte e non a norma. Nel migliore dei casi, questi prodotti non garantiscono prestazioni paragonabili a quelle dei prodotti autentici. Nel peggiore dei casi, possono portare a conseguenze catastrofiche. I sequestri effettuati dalle autorità di contrasto indicano che la produzione di questi prodotti avviene sempre più all’interno dell’Unione europea, mentre la pandemia da Covid-19 ha ulteriormente consolidato la dipendenza dei criminali dal settore digitale per procurarsi e distribuire le loro merci illegali. Questa relazione mette in luce l’entità di tale fenomeno criminale e invoca un intervento transfrontaliero concertato con l’avvio della fase di ripresa economica post Covid-19. Gli unici a pagare un caro prezzo dovrebbero essere i contraffattori senza scrupoli”.
Altre merci contraffatte sul mercato
Tra le merci contraffate troviamo anche i telefoni cellulari, i loro accessori e componenti. Anche questi oggetti sono tra le principali categorie di prodotti falsi sequestrati che sono stati venduti in grande numero durante eventi di vendita quali il «Black Friday» e il «Cyber Monday».
Nel caso dei profumi e cosmetici, invece, la produzione illecita si riferisce a prodotti di uso quotidiano quali shampoo, dentifricio o detergenti.
Infine il commercio di pesticidi illegali rimane un’attività a basso rischio e ad alto profitto, sostenuta da un’elevata domanda e da sanzioni di lieve entità per i trasgressori.
La pandemia ha inoltre condotto a un aumento dell’offerta di contenuti digitali illeciti, spesso collegati ad altre attività di criminalità informatica. Attualmente, la pirateria è per lo più un reato digitale e i siti web che distribuiscono illegalmente contenuti audiovisivi sono ospitati su server di tutta Europa, Asia e Medio Oriente.
(Fonte Europol/Euipo)