È vero che il nuovo governo si è appena insediato ad Atene, ma quando Tsipras dice voler cambiare dalle fondamenta la politica europea ed esprime le sue simpatie per Wladimir Putin non si può non esprimere la propria preoccupazione. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare che il nuovo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis avrebbe osato esprimersi in termini così crudi e irriverenti nei confronti dell’Eurogruppo.
Per quanto riguarda la Troika, poi, – l’organismo composto da Commissione Eu, da Banca Centrale Europea (Bce) e da Fondo Internazionale Monetario (Fmi) tutti creditori della Grecia – il ministro Varoufakis ha semplicemente risposto di non aver alcuna intenzione di incontrarla. La stessa risposta è stata data al presidente del Parlamento Europeo Martin Schulz dopo che questi aveva suggerito un’immediata ripresa delle consultazioni sul programma degli aiuti finanziari della Troika in scadenza tra la fine di febbraio e i primi di marzo. Si è trattato di reazioni a caldo dopo la vittoria elettorale di partito di Tsipras che in seguito lasceranno probabilmente spazio a un atteggiamento più moderato e più disponibile a soluzioni di compromesso.
Per il momento il premier Alexis Tsipras ha in calendario per la prima metà del mese di febbraio diversi incontri con politici europei, tra cui il premier italiano Matteo Renzi, il presidente della Commissione Europea Jean- Claude Juncker e il presidente francese Francois Hollande. Si tratta d’incontri preparatori in vista della prossima riunione dei 28 capi di governo dell’Unione Europea. Salta subito all’occhio però che il programma non prevede un incontro tra il premier Alexis Tsipras e la cancelliera Angela Merkel, segno evidente che al momento i rapporti greco-tedeschi sono tesi al massimo. Se il ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schaeuble sostiene, da un lato, che non è la Germania a essere responsabile delle difficoltà economiche di Atene bensì le inettitudini dell’elite greca, d’altro il suo collega greco Yannis Varoufakis sostiene, invece, che sarebbe stata proprio la Germania insieme con i suoi partner europei ad aver cercato di liquidare l’economia sociale della Grecia.
Così ora, sostiene sempre Varoufakis, la Germania avrebbe soltanto l’alternativa tra annullare il 50% del debito greco (340 miliardi di euro) oppure affrontare un default della Grecia. Tutto ciò fa capire che una soluzione del problema greco anche nell’ambito di una molto lungimirante Realpolitik si presenta molto difficile. Così alla cancelliera Merkel per il momento non resta altro che insistere sul rispetto dei patti (“pacta sunt servanda”), in caso contrario indicare alla Grecia la via d’uscita dall’Unione Europea. Perché nell’ipotesi che la Germania lasciasse trasparire una certa disponibilità a un taglio del debito greco, subito dopo anche l’Italia con 754 miliardi di debito e poi la Spagna e anche il Portogallo, che hanno già però fatto capire di non aver intenzione di chiedere tagli al loro debito, si vedrebbero costretti a chiedere lo stesso trattamento della Grecia. A questo punto, se non si vuol cadere nel ridicolo, non resterebbe altro da fare se non dare l’addio per sempre all’Unione Europea e alla moneta unica.