I risultati ufficiali delle indagini di opinione
Aumento dell’inflazione
Secondo un’indagine svolta dal Centrum für Strategie und Höhere Führung e dall’Institut für Demoskopie Allensbach e pubblicata recentemente il 1° febbraio, attualmente il tema attorno a cui si coagulano maggiormente le ansie della popolazione tedesca è l’inflazione che ha toccato il valore del 5,3% a dicembre e del 4,9% a gennaio, ma minaccia di salire ancora. Il 70% del campione statistico, che era composto da 1090 persone maggiori di 16 anni, ha assegnato la palma a questo attualissimo problema, che per motivi storici rappresenta tuttora un’incubo ed una piaga ancora aperta per i tedeschi. Le alte percentuali dell’inflazione allarmano sempre di più la popolazione e colpisce soprattutto gli strati sociali più deboli. Per confronto, un anno fa meno di 1/3 della popolazione si era sentita allarmata per questo motivo. Quello che pare un problema particolarmente rovente sono i costi dell’energia, che secondo gli esperti sono destinati ad aumentare in maniera difficile da controllare.
L’incubo della pandemia
Per quello che risulta dal “Sicherheitsreport” in questione, non si può dire che la popolazione tedesca nutra ansie infondate e lontane dalla realtà dei fatti. Il Covid continua a campeggiare negli incubi teutonici, però con un’inversione di priorità: la gente è più preoccupata per le conseguenze economiche della pandemia (66%) che per quelle mediche (60%). Un anno fa le cose stavano diversamente, però non c’erano ancora le vaccinazioni e la variante omicron. Nel 2021 il 43% si sentiva direttamente minacciato dal Coronavirus, adesso solo il 31%. È probabile che questa percentuale continui ad abbassarsi nell’anno in corso.
Ansie con la politica
Al terzo posto, con il 62%, sta la paura incombente di crisi internazionali e della situazione dentro l’Unione Europea. L’euroscetticismo sembra ulteriormente aumentato, ma soprattutto il timore che tiene il campo riguarda la possibilità che scoppi una guerra con la Russia. In armonia con lo sviluppo della crisi ucraina, la percentuale di chi ritiene la Russia un pericolo per la pace mondiale si è più che raddoppiata saltando dal 32% al 66%. Riguardo al cosiddetto “pericolo giallo”, la percentuale è salita dal 46% dell’anno scorso all’attuale 60%. Non è chiarito quale percentuale ritenga invece gli U.S.A. un pericolo per la pace. Un’altissima percentuale del 79% ritiene indispensabile la Bundeswehr, l’Esercito Tedesco, costi quel che costi. Il 72% è favorevole pure alla NATO. Molto meno popolari sono invece gli interventi all’estero. Solo il 44% dei tedeschi vedrebbe con favore un loro intervento di aiuto a favore di un membro della NATO che venga attaccato, malgrado ciò sia fissato negli articoli del patto atlantico. Ancora di meno sono quelli che correrebbero in aiuto dei paesi baltici se venissero invasi dalla Russia: il 39% dei tedeschi occidentali e solo il 20% dei tedeschi orientali; gli altri, pur condannando Putin a parole, gli lascerebbero via libera. Particolarmente impopolari sono le missioni militari all’estero. Quasi la metà degli intervistati vorrebbe che l’esercito tedesco si ritirasse da ogni “missione d’aiuto” all’estero. Solo il 16% è per il proseguimento delle missioni per le Nazioni Unite e con particolare sfavore vedono la presenza nel Mali. Sì ai militari, quindi, ma tutti a casa. Bisogna considerare che sono proprio queste missioni all’estero a costituire un deterrente occupazionale per molti giovani tedeschi, che altrimenti potrebbero trovare nel servizio militare uno sfogo al problema della loro disoccupazione. Ma fra il restare a girare i pollici a casa, o finire in Afghanistan, è chiaro qual è il male minore.
Angosce ambientali
Greta Thunberg è passata di moda. Solo il 54% della popolazione si fa ansie con il cambiamento climatico, ancora meno di quanti si fanno ansie per i prezzi delle case (56%) o per l’aumento della criminalità (59%). Questo dovrebbe essere un segnale per il nuovo governo di Bonn nel caso debba stabilire delle priorità nei suoi programmi. Il ¾ della popolazione tedesca preferisce appartenere al partito della sicurezza piuttosto che a quello della libertà. Anche la minaccia delle immigrazioni di massa sembra aver perso mordente, interessando solo il 52% della popolazione. Questo potrebbe motivare l’estremismo di destra a rafforzarla allacciandola demagogicamente con la paura della criminalità (59%). La degenerazione nell’ambiente sociale sembra coinvolgere la gente di più che nell’ambiente naturale: l’ansia per il divario crescente fra ricchi e poveri (59%) e l’insicurezza riguardo il problema delle pensioni (53%) hanno spiccatamente più voce in capitolo.