Pubblicato il rapporto sul diritto di asilo edito dalla Fondazione Migrantes

In Italia la Fondazione Migrantes, l’organismo pastorale della Cei monitora ogni anno con il report “Diritto di asilo” la situazione dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Quello sul diritto d’asilo è uno dei tre report che ogni anno cura la Migrantes: il più noto è il Rim, Rapporto italiani nel mondo; il rapporto sulla immigrazione, curato insieme alla Caritas (si vada a www.migrantes.it/category/pubblicazioni). Giunto alla quinta edizione, il report 2021 “Gli ostacoli a un noi sempre più grande” è stato presentato lo scorso 14 dicembre a Roma ed è visibile sul canale youtube della Conferenza episcopale italiana.

Da quest’anno Unire, l’Unione nazionale italiana per rifugiati ed esuli (www.unirerifugiati.org) è entrata a pieno titolo a far parte della redazione del report, ossia fa parte del team redazionale che decide i temi affinché “si senta direttamente la voce delle persone che molto meglio di noi hanno un’esperienza di che cosa ha significato passare innanzitutto attraverso i non passaggi e poi attraverso spesso la non accoglienza e la difficile integrazione che questo Paese ancora offre”, ha detto in apertura della presentazione Mariacristina Molfetta, curatrice del rapporto insieme a Chiara Marchetti.

In tutto il mondo le persone in fuga sono 84 milioni e l’85% di queste, e sono donne, uomini, bambini, giovani e anziani, malati e feriti che hanno dovuto abbandonare le loro case, i loro villaggi in migrazione forzata, vivono in campi profughi nei paesi vicini a quelli che hanno dovuto abbandonare. “Di fronte a questo numero che è maggiore della popolazione italiana – ha proseguito Molfetta – l’Europa ne ha fatti ‘entrare’ nel 2021 poche migliaia. Di questi 84 milioni, 1.400.000 necessitano di cure mediche, hanno bisogno di interventi chirurgici che i campi profughi non possono garantire. Ebbene questa lista viene mandata ai Paesi più ricchi occidentali e di questa lista nel 2020 nella ricca Europa ne abbiamo fatti arrivare 20.000, nella ricca Europa con più di 500 milioni di abitanti. Questo dà una misura di quanto noi non siamo disponibili ad aprire dei canali legali di ingresso (…). E quindi quel 1.400.000 persone che aspettano e che non hanno una possibilità – perché non avranno operazioni e non avranno cure – sono sempre lì. Quest’anno (2021), sentiamoci un po’ meglio, ne abbiamo fatte arrivare forse 25mila in Europa. Sono dei numeri che fanno veramente vergognare”.

„Questo vuol dire che non apriamo dei canali per fare arrivare delle persone in sicurezza. Questa cosa non la facciamo sistematicamente da anni”

Per quanto riguarda i corridoi umanitari „noi nel rapporto, con precisione, abbiamo provato a ricostruire quante persone sono arrivate negli ultimi cinque anni attraverso i canali umanitari – che sono uno strumento preziosissimo e che però devono avere il loro posto numerico dentro a questo scenario e devono diventare in realtà l’occasione perché i governi facciano uno scarto significativo – bene negli ultimi cinque anni in tutta Europa con i canali umanitari sono arrivate poco più di 4mila persone”.

Il rapporto mette in luce quanto l’Italia e l’Europa stiano violando la Convenzione di Ginevra (che tutela delle vittime di guerra e che definisce il diritto internazionale umanitario), i diritti umani e stiano rendendo più difficile l’accesso alla domanda di asilo. Tutto questo non è una novità ma il Rapporto mette in luce come diventi “più smaccata la modalità con cui lo facciamo”.

Non solo non si aprono vie legali di ingresso ma si chiudono anche quelle irregolari

„Abbiamo iniziato a chiudere con sempre più ferocia quelle che sono le possibilità che lasciamo alle persone, quelle cioè di viaggiare in maniera irregolare. Prima abbiamo esternalizzato, abbiamo provato a tenerli il più lontano possibile. Abbiamo pagato per questo chiunque fosse disponibile a farlo, dal peggiore dei dittatori, alla peggiore delle condizioni. Paghiamo per mantenerli in campi di prigionia e paghiamo tanti soldi. Perché non usiamo quelle cifre per accogliere poche migliaia di persone? Non è un’orda barbarica quella che sta aspettando fra la Bielorussia e la Polonia. Di quanto stiamo parlando? 5.000, 6.000 persone? Non siamo in grado in 500 milioni in Europa di farci carico di 5.000, 6.000 persone? La Turchia ne ha quasi quattro milioni. Paesi molto più poveri della Turchia – che sono quelli che accolgono – hanno un Pil che non è neanche paragonabile al nostro. E vergognosamente queste poche centinaia di persone vengono non solo tenute fuori ma anche attaccate con idranti e lacrimogeni, con l’esercito schierato, neanche fossero gli ultimi dei barbari o l’esercito più pericoloso. E non ci siamo neanche fermati lì. Gli abbiamo proibito di accedere alle misure di sicurezza, le organizzazioni non hanno potuto sfamare e nutrire quelle persone. Non ci fermiamo veramente di fronte a nulla. Quindi va bene che muoiano di fame, va bene che muoiano di freddo, poche migliaia di persone ai confini dei Paesi più “cattolici” d’Europa. Ma veramente vergogniamoci”. Sui respingimenti in Libia Mariacristina Molfetta ha detto: „In questi cinque anni abbiamo rimandato più di 100mila persone in Libia e 25mila nell’ultimo anno. È vergognoso. Sappiamo dove le rimandiamo, sappiamo in quale tipo di Paese, in quale tipo di condizione e a che tipo di persone le stiamo riconsegnando”.

La pandemia ha dato un motivo in più per chiudere le frontiere

„Noi abbiamo molto più di un vaccino a persona e ci sono parti del mondo dove ce n’è uno ogni 100mila persone. Queste parti del mondo dove stanno i rifugiati non hanno quasi neanche un letto di terapia intensiva, noi andiamo in allarme se ne occupiamo il 10% nelle nostre regioni. È solo per farvi toccare con mano quanto in realtà siamo poco consapevoli di qual è la diversità tra ‘stare qua’ e stare da un’altra parte del mondo”.

„E quanto è illusorio il nostro pensiero di chiudere con un filo spinato e un muro i problemi fuori dalla porta di casa”

Mariacristina Molfetta nel suo intervento di “Diritto di asilo 2021” non fa sconti alla politica migratoria dell’Europa perché questa calpesta la convenzione di Ginevra sul diritto di asilo. Il report ci fa toccare con mano lo stridente contrasto fra la realtà che non vogliamo vedere, e una politica europea che rende sempre più difficile accedere alla richiesta di asilo rendendo il „vecchio” continente una fortezza. Conclude: “A me tocca sempre questa parte drammatica e mi dispiace. Vorrei veramente arrivare un giorno e dire ‘Quest’anno ho visto dei significativi cambi di scenario e di prospettiva, finalmente stiamo rispettando di nuovo la Convenzione di Ginevra, il principio di non respingimento, stiamo accogliendo con responsabilità rispetto alle nostre capacità le persone che ne hanno bisogno. Trepido per riuscire un giorno a dire questa cosa e spero che a breve riusciremo a farlo”.


Chi è Mariacristina Molfetta

Mariacristina Molfetta

Mariacristina Molfetta è antropologa culturale, ha lavorato dal 1992 al 2008 nella protezione dei diritti umani e nella cooperazione internazionale.

Ha vissuto all’interno di campi profughi nei Balcani, in Centro America nelle aree tribali del Pakistan, nel Kurdistan iracheno e in Darfour nel Sudan.

È attualmente la referente della sezione protezione internazionale e diritto d’asilo dell’area ricerca e documentazione della Fondazione Migrantes e dell’Osservatorio permanente sui rifugiati Vie di Fuga.

È anche rappresentante tecnica italiana del Comece (Commissione delle conferenze episcopali dell’Unione europea).

Lascia una risposta

Please enter your comment!
Please enter your name here