Gli stranieri devono essere sottoposti all’obbligo di parlare tedesco anche nel loro ambito privato. Questa è la bizzarra proposta del mese scorso all’ordine del giorno al congresso della Csu avanzata dal Segretario del Partito Andreas Scheuer. Ora, non si sa se ridere o se piangere.
Cominciamo col ridere:
Chissà se una realtà linguistica quotidiana di questo stampo soddisferebbe realmente le esigenze esternate in preparazione del congresso Csu del dicembre scorso a Monaco di Baviera. Proprio a Monaco di Baviera dove nessuno, ma proprio nessuno in ambito privato parla il tedesco “Hochdeutsch”, bensì quella meravigliosa lingua che è proprio il bavarese. Ma cerchiamo ora di capire cosa potrebbe nascondersi dietro tanta assurdità. Franz Josef Strauss, storico leader della Csu bavarese, affermò che più a destra della Csu non deve rimanere più spazio per nessuno. Allora ogni tanto assistiamo a delle sparate tutte intenzionate a soddisfare gli istinti di una fascia elettorale che cerca il suo posto a destra, ma tanto a destra che più non si può. E quale argomento meglio si presta per soddisfare le esigenze di questa fascia elettorale? È semplice, l’immigrazione.
Gli sforzi cioè per l’integrazione degli stranieri che proprio non vanno a genio a una piccola ma significativa, e a volte decisiva, porzione dell’elettorato tedesco. La spina nel fianco della Cdu/Csu è indubbiamente il nuovo partito AFD la Alternative für Deutschland che sta raccogliendo forti consensi proprio a destra della Cdu/Csu. Il cavallo di battaglia della AFD è l’euroscetticismo, addossando all’Euro tutte le cause che frenerebbero un’economia tedesca, tanto forte da non avere bisogno del carrozzone europeo.
Subito dopo, però, nell’agenda dell’AFD troviamo il tema dell’immigrazione. Un’immigrazione auspicata da questo partito secondo i modelli americani, canadesi e australiani che permetterebbero l’accesso alla Germania solo a soggetti super qualificati e preselezionati dall’esigenze dell’economia locale e … che parlano perfettamente il tedesco! E probabilmente è scaturita da quest’osservazione l’esigenza di tematizzare, anche se nella maniera più maldestra immaginabile, la pretesa di uno sforzo da parte degli stranieri di mettere la conoscenza del tedesco al centro della loro vita quotidiana. La cancelliera Angela Merkel ha limitato il danno asserendo che il bilinguismo, conoscenza della lingua del paese d’origine con la conoscenza del tedesco, è un valore culturale aggiunto.
La signora Merkel sa di cosa parla. Ha imparato il russo quando nella Germania socialista, suo Paese di provenienza, frequentava completamente a suo agio i centri di raduno della gioventù comunista.
La Redazione chiede infine, quasi con la stessa severità della Csu, la traduzione riassuntiva del tedesco maccheronico scritto sopra, che è questa:
3) Al ristorante: Buona sera signori, questa sera la casa offre pasta lunga, cilindrica, circa 1,5 millimetri di diametro, con pomodori pelati e aromi mediterranei, qualche fogliolina di basilico. Le intende spaghetti al pomodoro? Psst! Silenzio per cortesia, non vorrei perdere la licenza.
4) Dal medico. Ecco il suo attestato. Diagnosi, sinusite e bronchite. Dottore per piacere, il mio datore di lavoro è iscritto alla Csu. Potrebbe scrivere infiammazione delle vie respiratorie e delle cavità paranasali? Se no, deve temere per il mio posto di lavoro…
5) In camera da letto: tesoro abbracciami! Ma me lo devi dire in tedesco! Si lo so. Ma il problema è che poi davanti agli occhi mi viene la faccia della signora Merkel.