…Il mese di novembre, ogni anno, ci invita a guardare in alto, a non perdere di vista la meta della nostra vita. Ricordiamo infatti le persone care che ci hanno già lasciato e hanno raggiunto la patria definitiva: il cielo! Forse, pur vivendo intensamente il nostro lavoro e i nostri impegni, radicati nell’attimo presente, bisognerebbe alimentare un po’ più spesso il pensiero della morte, che, come ben sappiamo, può anche coglierci di sorpresa. E comunque, prima o poi, arriverà anche per noi.
Guardare con serenità a quel momento ci aiuterebbe a vivere meglio, a utilizzare il tempo con intelligenza, a fare le scelte opportune, necessarie e giuste davanti a Dio e davanti alle persone.
Sulla scrivania di una persona, conosciuta personalmente, morta all’improvviso, è stato trovato il testo di un poeta brasiliano, detto ‘il poeta del tempo prezioso’, proprio perché comprende e trasmette l’importanza di cogliere l’essenziale della vita. Lo propongo come riflessione, con l’augurio di puntare sull’essenziale in qualunque scelta di vita.
Il solo titolo è interessante: La mia anima ha fretta.
“Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci, i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente. […]
Non ho più tempo per sostenere persone assurde che nonostante la loro età cronologica non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve. Voglio l’essenziale, la mia anima ha fretta.
Non ho più molti dolci nel pacchetto. Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità.
Così si difende la dignità umana e si va verso la verità e l’onestà.
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere. Voglio circondarmi di persone che sanno come toccare i cuori, di persone a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.
Sì, sono di fretta, ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti, sono sicuro saranno squisiti molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza. Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una” (Mario De Andrade, 9.10.1893 – 25.02.1945).
Sì, abbiamo una sola vita, perché la vita del cielo la prepariamo fin da quaggiù: felici e in comunione con Dio qui ed eternamente felici e in Dio lassù! In pace con tutti in terra e nella pienezza della comunione con chi ci ha preceduto in cielo.
Ma la condizione è chiara: vivere l’essenziale, cioè vivere nell’Amore, perché solo l’Amore non passa mai, resta per sempre, nel tempo e nell’eternità.