Al lupo, al lupo! Da anni è denunciata pubblicamente la fuga istituzionale dell’Italia dalla Saar, il Land tedesco al centro di una delle più importanti macroregioni europee, che comprende Saarland, Lorena e Lussemburgo.
Lo Stato Italiano si è ritirato istituzionalmente da un Land che intrattiene, tra l’altro, un giro d’affari miliardario col nostro Paese.
E ora che il lupo è veramente arrivato, tutti ne comprendono la pericolosità. Il Governo del Saarland sembra rispondere al disinteressamento italiano con altrettanta disaffezione verso la diffusione istituzionale della nostra lingua e cultura e annuncia la chiusura della cattedra di Italianistica all’Ateneo di Saarbrücken.
I tedeschi sembrano dire: se non curate voi i vostri interessi sul posto, perché dovremmo farlo noi? Avete ritirato il Console a Saarbrücken e restate sordi ai nostri appelli di aiutare la vostra collettività. Perché dovremmo avere noi particolari riguardi per i vostri interessi, tra cui la diffusione della vostra lingua e cultura?
La cronistoria della fuga istituzionale italiana dal Saarland è, più o meno, questa e comincia con la chiusura del Consolato e dello Sportello consolare:
Il Ministero degli Affari Esteri sopprime nel mese di settembre 2010 il Consolato d’Italia in Saarbrücken e dispone contemporaneamente l’apertura di uno Sportello consolare nella capitale della Saar, alla dipendenza del Consolato Generale d’Italia in Francoforte sul Meno.
I servizi sono prestati da due soli impiegati dal mese di luglio del 2012 a favore di un bacino d’utenza di circa 33.000 connazionali, dei quali 23.000 residenti nella Saar (con circa 4000 doppi cittadini esclusi dalle statistiche tedesche) e ulteriori 10.000 iscritti AIRE, residenti nelle zone limitrofe del Palatinato;
Si tratta di servizi completi resi sul posto e che si articolano nell’accettazione di domande di passaporto con prelievo dei dati biometrici, domande e consegne delle carte d’identità, trascrizione degli atti di stato civile, certificazioni, autenticazioni, assistenza sociale con un incasso medio annuo per percezioni consolari di oltre 100.000,- Euro. Una bella somma se confrontata ai costi per affitto e oneri accessori che per lo Sportello consolare ammontavano ad appena Euro 14.400 annui;
Ma il Ministero degli Affari Esteri, nonostante il netto bilancio positivo dell’unità amministrativa di Saarbrücken, ne ordina la chiusura in data 31 luglio 2014.
A seguito di detta chiusura i connazionali del Saarland e delle zone limitrofe del Palatinato sono confrontati con gravi disagi per la fruizione dei servizi statali resi dal Consolato Generale in Francoforte sul Meno, con trasferte che sfiorano i 400 Km in andata e ritorno per un qualsiasi servizio consolare.
Ed ecco che i tedeschi stendono una mano. Con lettera del 24 giugno 2014 la Governatrice del Saarland, Signora Annegreth Kramp-Karrenbauer, offre direttamente al nostro Vice Ministro degli Affari Esteri Lapo Pistelli, locali gratuiti, privi cioè di oneri per canone di locazione, siti nel complesso della Cancelleria di Stato di Saarbrücken, “Staatskanzlei”, completamente arredati e immediatamente agibili.
Tutti a tirare un sospiro di sollievo di fronte alla dichiarazione resa il 5 agosto 2014 al Comitato del Senato per le Questioni degli Italiani all’Estero, dallo stesso Vice Ministro degli Affari Esteri, il quale afferma “Ho personalmente già accolto favorevolmente l’offerta di spazi gratuiti ad esempio di Saarbrücken e la Farnesina sta definendo con le autorità locali le intese per poter usufruire di tale interessante ed innovativa proposta che permetterà di assicurare alle collettività italiane in loco un ulteriore strumento leggero di offerta consolare, con presenza snella di personale MAE”.
Questa la cronistoria e questo il suo epilogo: a tutt’oggi nessuno ha disposto il prelievo delle chiavi messe a disposizione dalla massima Autorità del Land Saar, per mettere i connazionali nelle condizioni di poter fruire dei servizi consolari espletati con presenza fissa di pochi impiegati del MAE.
La Cancelleria di Stato di Saarbrücken, dal canto suo, non ha mai imposto condizioni per una presenza consolare stabile nella propria capitale Saarbrücken, come la nomina di un Console Onorario o altri limiti formali, avendo già accettato di buon grado e per oltre quattro anni la presenza di uno Sportello Consolare sul proprio territorio.
Sono oltre trentamila gli italiani che soffrono e che ora chiedono al nuovo Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazioni Internazionale (nota bene l’aggiunta “Cooperazione Internazionale”) Paolo Gentiloni, quali siano i motivi che impediscono la ricollocazione in Saarbrücken dei due impiegati già ivi stanziati, nei locali messi a disposizione dalla”Staatskanzlei”, in attuazione dell’impegno preso dal Vice Ministro degli Affari Esteri “di assicurare alle collettività italiane in loco un ulteriore strumento leggero di offerta consolare, con presenza snella di personale MAE”?
Al nuovo Ministro Paolo Gentiloni (poiché al nuovo Ambasciatore a Berlino l‘argomento “Antenne consolari” non sembra interessare più di tanto) gli italiani chiedono di tenere conto di tre fondamentali realtà:
A) gli esorbitanti costi per l’invio quindicinale di funzionari itineranti, come prospettato al Presidente del Comites di Saarbrücken, Cav. Giovanni Di Rosa, dal Console Generale d’Italia in Francoforte sul Meno, Cristiano Cottafavi;
B) la richiesta della stessa Cancelleria di Stato di Saarbrücken di voler lavorare sul posto a favore dei nostri connazionali senza necessità di nomina di un Console Onorario o di altre formali adempienze;
C) il diffuso malcontento nella collettività italiana per i disagi che sono costretti a sopportare e che sfoceranno in forme di protesta contro il MAECI, soprattutto per la discrepanza tra l’atteggiamento cinicamente disinteressato dell’Amministrazione italiana e quello invece preoccupato e cooperativo dell’Amministrazione tedesca del Saarland.
La fuga dell’Italia dal Saarland ha, nel frattempo, già provocato eventuali incrinature nei rapporti col Governo regionale. Risale a poche settimane fa l’annuncio della chiusura della cattedra d’Italianistica presso l’Università di Saarbrücken. Sono in molti a interpretare in questa decisione una risposta al disinteressamento italiano verso le varie offerte del Governo del Land.
Nella foto: Saarbrücken