L’immigrazione clandestina e le scuole
Il 3 ottobre 2013 è avvenuto nel Mediterraneo un naufragio che rappresenta fino ad ora la peggiore tragedia dell’immigrazione clandestina. Un barcone carico di centinaia di clandestini provenienti dall’Etiopia e dall’Eritrea (le nostre ex-colonie) era partito da Misurata in Libia, ma si è fermato al largo nel cuore della notte. A questo punto, per farsi vedere dai soccorritori, hanno acceso uno straccio infuocato. Il fuoco però ha causato a bordo un panico generale, ed i passeggeri si sono rifugiati tutti su un lato del barcone. Così facendo hanno provocato uno squilibrio, e l’imbarcazione si è capovolta improvvisamente rovesciando tutti in acqua. Gli annegati accertati furono 368, più molti dispersi. I superstiti furono 155, di cui 41 minorenni.
Il 3 ottobre è stato quindi dichiarato ufficialmente, con legge n.45 del 21. 03. 2016 „Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione“ con scadenza annuale (che quest’anno ricorre per la settima volta), al fine di conservare e rinnovare la memoria di quanti hanno perso la vita nel tentativo di emigrare verso l’Italia per sfuggire a guerre, persecuzioni e miseria. Il Ministero dell’informazione, dell’Università e della Ricerca (Miur) ha creato un progetto specifico con l’accesso al Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (Fami) che è gestito dal Ministero dell’Interno. L’intenzione è di prendere spunto da quella tragedia per sensibilizzare e fare riflettere le giovani generazioni su questi gravissimi problemi che incombono sul futuro del mondo.
Gli eventi hanno visto coinvolte ben 60 scuole, 350 scolari accompagnati da 93 docenti di 20 paesi europei (Austria, Belgio, Bosnia, Cipro, Croazia, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Inghilterra, Italia, Lettonia, Olanda, Portogallo, Romania, Spagna, Slovacchia, Slovenia, Ungheria). Da parte dell’Italia si è creato il progetto intitolato „Siamo sulla stessa barca“ il più grande evento europeo su questo tema che è rivolto agli studenti italiani ed europei, con inizio nell’isola di Lampedusa il 30 settembre e termine il 3 ottobre dell’anno in corso. L’iniziativa è stata insignita della medaglia della Presidenza della Repubblica Italiana e gode dell’alto patronato del Parlamento Europeo.
L’evento ha visto coinvolte oltre 15 associazioni e organizzazioni non governative italiane e internazionali, fra cui citiamo solo Amnesty International, Medici Senza Frontiere, Arising Africans, Legambiente, Savethechildren, ecc. Uno degli attori principali sulla scena lampedusana è il Comitato Tre Ottobre, un’associazione senza scopo di lucro che ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza attraverso il dialogo con cittadini, studenti e istituzioni. È anche merito suo, se per tre giorni gli studenti hanno l’opportunità di confrontarsi con esperti, giornalisti politici e rappresentanti delle associazioni. „Essere a Lampedusa in queste giornate è per noi un dovere civico e morale“ ha dichiarato Tareke Brahne, presidente del Comitato Tre Ottobre, „Siamo qui a Lampedusa per commemorare tutte le vittime dell’immigrazione e per parlare ai giovani studenti e studentesse europei di interdipendenza globale, di diritti umani, di integrazione culturale e di accoglienza“.
Fra le autorità religiose sono presenti l’arcivescovo di Agrigento mons. Alessandro Damiano, e l’imam di Catania Kheit Abdelhafid. „L’Europa inizia a Lampedusa“ è un progetto per sensibilizzare gli studenti liceali tramite percorsi didattici mirati e approfonditi. Così si è rinnovato il protocollo d’intesa fra il Ministero dell’Istruzione, il Comune di Lampedusa e Linosa ed il Comitato Tre ottobre per l’amministrazione e l’arricchimento del Museo della Fiducia e del Dialogo del Mediterraneo in cui vengono raccolti i lavori realizzati dalle scuole italiane ed europee sui temi dell’immigrazione e dell’accoglienza.
Fra tutte le scuole presenti sia messa qui in rilievo l’importanza della partecipazione tedesca. Il progetto è stato seguito e organizzato dall’Ufficio Scuola del Consolato Generale di Francoforte, nella persona del dirigente scolastico Alessandro Bonesini, in collaborazione con l’Ufficio Scuola del Consolato Generale di Colonia, nella persona della dott.ssa Claudia Zuendorf. I rapporti con il „Comitato Tre Ottobre“ sono cominciati già all’inizio del 2020, quando il presidente Tareke Brahne è stato accompagnato alla Gesamtschule Papst Johannes XXIII dal dirigente scolastico Bonesini per un indimenticabile incontro con gli studenti delle classi che studiano italiano.
Il gruppo della Papst Johannes XXIII è stato accompagnato a Lampedusa dalla docente di italiano Tiziana Miceli, e dal vicepresidente Ralf Saal, ed è intervenuta anche la delegazione della scuola italiana partner, il Liceo Statale De Cosmi di Palermo, con le docenti Annamaria Dispenza e Lia Aricò. La Gesamtschule Papst Johannes XXIII di Strommeln è diretta dalla preside Irene Ehrmanns, ed ha una lunga tradizione dell’insegnamento potenziato della lingua italiana, e ancora oggi costituisce un punto di riferimento nel territorio di Colonia. Attualmente ci sono 24 fra classi e gruppi nel percorso di lingua italiana, con 10 docenti di lingua italiana, per un totale di 460 studenti che studiano l’italiano. La collaborazione fra la scuola, il Consolato Generale d’Italia di Colonia, la Curia Arcivescovile di Colonia, l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia, l’Ufficio Scuola di Francoforte, e l’ente gestore D.I.G. di Remscheid, diretto dal prof. Gianni Farruggia, ha portato di recente ad un rinnovato interesse per la lingua italiana nella scuola e ad una nuova attenzione alle proposte della scuola sulla lingua da parte della collettività italiana di Colonia.
Ha partecipato al progetto anche la Scuola Europea di Francoforte sul Meno con un gruppo della sezione italiana coordinato dal prof. Giovanni Zangrossi , che per primo ha portato la figura di Tareke Brahne all’attenzione delle classi dove si studia la lingua italiana in Germania. La collaborazione fra il Liceo De Cosmi di Palermo e la Gesamtschule Papst Johannes XXIII di Colonia ha portato alla creazione di un toccante video intitolato „Piccoli macigni“ che narra la storia di una famiglia africana che si mette in viaggio verso l’Italia ed annega miseramente nel Mediterraneo.
Il programma dei tre giorni è stato molto intenso e ha previsto numerosi workshops per gli studenti, visite guidate, interviste ed intrattenimenti vari. Due tavole rotonde sono state in programma, la prima intitolata „Siamo sulla stessa barca“ con moderatore Gad Lerner, e la seconda intitolata „Dietro ogni numero una persona“ moderata dal direttore del Giornale di Sicilia Marco Romano.
Sull’ultimo promontorio dell’isola di Lampedusa, la Punta di Cavallo Bianco, si erge dal 2008 una grandiosa struttura monumentale di Mimmo Paladino detta la „Porta d’Europa“, un monumento rettangolare alto quasi cinque metri fatto in ceramica refrattaria e ferro zincato, con una grande, simbolica soglia nel mezzo. La superficie liscia della ceramica riflette la luce del sole e della luna formando una specie di faro naturale. Il grande artista contemporaneo ha concepito questa sua opera come il simbolo di un passaggio da una vita impossibile ad una nuova vita: „Ho provato a spiegare qualcosa che avesse a che fare con un esodo forzato, qualcosa di comprensibile a tutti i popoli“ così ha dichiarato. Davanti a questo monumento, nella suggestiva cornice di cielo e mare, si è svolta anche quest’anno una toccante cerimonia: gli scolari, assieme ai sopravvissuti, hanno gettano fiori in mare alla memoria di coloro che non ce l’hanno fatta.
Questo è stato programmato per le 10:30 del mattino; ma molto prima, alle ore 3:15 del mattino in cui si verificò la tragedia vi è stato un momento di pubblico raccoglimento presso il memoriale „Nuova Speranza“. Si tratta di un monumento situato nel centro della cittadina e voluto dal pescatore-eroe Vito Fiorino, che quel fatidico giorno riuscì da solo a salvare la vita a ben 47 naufraghi tirandoli a bordo del suo peschereccio Gamar come sacchi di patate, e realizzato con il sostegno dell’associazione Gariwo. Su di esso sono incisi i nomi dei salvati; dei sommersi, purtroppo non è rimasto neppure il nome, ed hanno ricevuto tombe anonime sparse per i cimiteri siciliani.