Si avvicinano le elezioni dei Comites

Allo stress delle elezioni politiche in Germania riservate ai cittadini tedeschi, seguirà fra due mesi quello delle elezioni dei Comites per i nostri connazionali italiani, i quali però in gran parte ignorano di che cosa si tratti.

I Comites (Com.It.Es. = Comitato degli Italiani all’Estero) assomigliano a dei microparlamentini insediati ciascuno in una specifica circoscrizione consolare e composti da 12 membri eletti in quelle che ospita meno di 100.000 italiani iscritti all’A.I.R.E. e da 18 membri eletti in quelle che ne hanno di più (per es. Stoccarda). Inoltre possono divenirne membri anche dei cittadini stranieri eletti per cooptazione dai membri del Comitato stesso, in numero non superiore ad 1/3 dei membri eletti, cioè 4 per i Comites piccoli e 6 per quelli grandi.

Ufficialmente i Comites sono definiti come organi di rappresentanza della collettività italiana nei rapporti con le rappresentanze diplomatiche e consolari, e per questo motivo alcuni dipendenti del Ministero degli Esteri li considerano degli spaventosi rompiscatole. Inoltre operano, o almeno dovrebbero operare, per l’integrazione della comunità italiana residente nel paese straniero. Di fatto questa operosità è spesso assai poco visibile, ma ciò non è tanto colpa solo dei membri dei comitati stessi, quanto della scarsezza di mezzi posti loro a disposizione da Roma. In passato ci sono stati casi di Comites regolarmente eletti che se ne andavano a zonzo qua e là a riunirsi, perché non trovavano una sede di rappresentanza ufficiale come dovrebbe essere contenuta nella loro definizione.

Dicevo che i Comites assomigliano a dei microparlamentini, ma in realtà non lo sono, perché intanto non possono legiferare un bel nulla, e per quel che concerne la loro rappresentanza effettiva ci sono fondati dubbi. Infatti alla loro elezione ha sempre partecipato una percentuale minima di connazionali, e questo dato di fatto è sempre stato il cavallo di battaglia di quei dipendenti della Farnesina di cui sopra, che preferirebbero vederli aboliti per sempre. Inoltre essi non sono riconosciuti come organi di rappresentanza dalle autorità dei vari stati stranieri in cui risiedono, che li ignorano completamente o addirittura ne boicottano le elezioni. Per le autorità tedesche, ad esempio, i Comites sono una faccenda esclusivamente italiana che non li riguarda minimamente.

Quali sono allora le loro funzioni?

Ufficialmente le troviamo così definite: „Essi contribuiscono ad individuare le esigenze di sviluppo sociale, culturale e civile della comunità di riferimento; promuovono, in collaborazione con l’autorità consolare, con le regioni e con le autonomie locali, nonché con enti, associazioni e comitati operanti nell’ambito della circoscrizione consolare, opportune iniziative nelle materie attinenti alla vita sociale e culturale, con particolare riguardo alla partecipazione dei giovani, alle pari opportunità, all’assistenza sociale e scolastica,, alla formazione professionale, al settore ricreativo, allo sport e al tempo libero. I Comites sono altresì chiamati a cooperare con l’autorità consolare nella tutela dei diritti e degli interessi dei cittadini italiani residenti nella circoscrizione consolare“.

Come si svolgono le elezioni dei Comites, all’atto pratico?

Per prima cosa esse devono venire ufficialmente indette, e la data viene scelta a Roma, il che avviene spesso in mezzo ad obiezioni e polemiche da varie parti politiche. Nel nostro caso imminente, la data prescelta definitivamente è il 3 dicembre prossimo. Dopodiché si potranno presentare le liste di nominativi da eleggere entro il 3 ottobre. Adesso viene un punto controverso: per essere convalidate le liste devono presentare altresì un elenco di sostenitori in numero di 50 per le circoscrizioni piccole e 100 per quelle grandi mentre per le elezioni precedenti erano 100 e rispettivamente 200. Il loro numero è stato dimezzato in via del tutto eccezionale e solo per questa consultazione elettorale, per venire incontro a chi abbia avuto difficoltà con il covid. Secondo i critici, però, di fatto si verrebbe incontro a vecchi marpioni della politica che, dopo esserne stati estromessi, starebbero tentando di riciclarsi come dei vecchi pneumatici. Un altro punto molto discusso riguarda il modo di autenticazione delle firme dei sostenitori. Invece di venir date in presenza di un dipendente del consolato, bisognerà inviarle con la fotocopia di un documento che verrà poi verificato a parte in consolato. E si voterà esclusivamente per posta. Ma per ricevere a casa il plico elettorale, occorre farne richiesta esplicita al consolato entro e non oltre il prossimo 3 novembre.

Infatti sono ammessi al voto solo i cittadini italiani che sono iscritti all’anagrafe consolare, o AIRE, da non meno di 6 mesi. Ma, a differenza delle elezioni politiche e dei referendum, il plico elettorale non viene spedito automaticamente agli elettori, ma solo a quelli che si saranno scomodati a presentarne un’esplicita richiesta al loro consolato almeno 30 giorni prima della data stabilita per la votazione. Tale richiesta può essere inviata sia tramite internet sul sito del consolato, (portale Fast it) oppure consegnandola per iscritto di persona con un documento valido. Alternativamente, inviandolo per posta con la fotocopia di un documento valido.

Tutte queste modalità sono illustrate molto chiaramente tramite dei filmati ufficiali del ministero che compariranno anche sul sito internet e sul canale youtube del Corriere d’Italia.

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