Da oltre un anno l’intera umanità viene tenuta, non solo sotto scacco, ma alternativamente anche agli arresti domiciliari con ingenti danni non solo sulla salute fisica e psichica ma sulla tenuta socioeconomica che costringe stati e nazioni a ricorrere a rimedi urgenti di indebitamento statale per evitare i rischi ancora peggiori di collassi finanziari e sociali a danno, come sempre, dei ceti più fragili.
No, non si tratta dell’invasione da parte di alieni provenienti da altre galassie, ma di invisibili forme biologiche che popolano la terra da milioni, se non da miliardi di anni e che di tanto in tanto manifestano la loro presenza e di cui, noi umani, vogliamo ignorare con riluttanza la loro esistenza. Non solo batteri, virus, funghi ma tante altre strutture biologiche che, volenti o nolenti, abitano questa navicella spaziale chiamata terra ed in cui hanno la loro nicchia e di cui dobbiamo tener conto e imparare a convivere proteggendoci, vengono da noi umani disturbati nel loro habitat.
Si sta uscendo dal cosiddetto tunnel a tentoni per tramite della creazione di vaccini di moderna invenzione come quelli ad mRNA o usando vettori virali già conosciuti dovendo accettare, non c’è altra scelta, le intrinseche manifestazioni collaterali che sono statisticamente non rilevanti anche se possono portare alla letalità.
Adesso ci troviamo, uscendo dal tunnel, a vedere una vasta prateria o una tundra sterminata che ci riserva ulteriori sorprese legate alle varianti del SARS-CoV-2. Per questo la scienza sta già provvedendo ad ampliare lo spettro vaccinale con opportune modifiche che la Biotecnologia ci permetterà di risolvere.
La battaglia non è finita, anzi è appena cominciata. Le armi diventeranno sempre più efficienti e sicure. Magari dovremo ripetere annualmente il richiamo vaccinale come per l’influenza.
Una di queste armi si chiama Anticorpo Monoclonale.
Su questo farmaco ci sono pareri contrastanti nel mondo scientifico dove, però, le ricerche vanno avanti e l’uso viene testato in tutte le parti del globo e di cui se ne parla poco.
Si sa, per le ricerche si investono tanti soldi ma il fine comune è la salute di ogni singolo essere umano e, qui non si devono accettare scuse per frenare gli studi e gli esperimenti necessari.
Tra i più noti ci sono: Bamlanivimab, Etesivimab, Casirivimab e Imdevimab.
Sono molecole sintetiche prodotte in laboratorio la cui funzione è simile a quella degli anticorpi naturali che il nostro sistema immunitario produce per disinnescare la proteina Spike del virus SARS-CoV-2 che provoca la malattia Covid-19.
Si parte, dunque, dagli anticorpi presenti nel sangue dei soggetti guariti e convalescenti dopo l’infezione isolando le cellule che producono questi anticorpi specifici per essere in seguito coltivate e produrre industrialmente gli anticorpi sintetici.
Sono chiamati monoclonali in quanto un solo tipo di cellula e preposta alla loro sintesi.
Nel caso specifico sono i linfociti -B- che fanno parte dei globuli bianchi. Ne esistono diversi tipi che tra l’altro hanno funzione immunosoppressiva o anche antitumorale.
La loro funzione, nel caso del Covid-19 , è quella di bloccare il virus durante la fase chiamata lieve/moderata, in genere entro i primi dieci giorni dalla manifestazione dei sintomi per tramite di infusioni sotto controllo medico. Secondo le attuali conoscenze scientifiche, non sembra che abbia tanta efficacia per cui c’è ancora tanto scetticismo tra i vari scienziati anche se, tuttavia, le ricerche e le sperimentazioni continuano.
È una cosiddetta immunizzazione passiva che si suppone duri fino a circa sei mesi, da distinguere dalla immunizzazione attiva che si innesca inoculando il vaccino vero e proprio.
Da come si evince ci si trova ancora di fronte ad un fenomeno che non si riesce a debellare e che richiederà ancora anni di ricerca prima di arrivare ad una soluzione definitiva.
Una cosa è certa. Mai finora si era riusciti a creare in cosi poco tempo un’arma potente come il vaccino e con una tecnica innovativa come l’uso dello mRNA.
La vaccinazione rimane l’unica prevenzione contro la malattia.
L’anticorpo monoclonale dev’essere usato nelle fasi iniziali della malattia, almeno finora.