Insomma, le proposte andavano a buon fine perché c’era chi era in grado di decidere. Ovviamente, avendone la potestà politica. Però, questa è storia di ieri. Oggi la realtà è tanto differente da non farci supporre d’essere entrati in Terza Repubblica. Apparentemente, non è cambiato nulla.
I sussulti correlati al nostro Potere Legislativo ci hanno fatto intendere, anche se i segnali errano evidenti anche da prima, che per cambiare non basta più proporre e, quindi, avere progetti chiari, ma anche avere la forza politica per decidere gli emendamenti che la nostra Costituzione ha bisogno. Per la prima volta, almeno in modo tanto palese. Proporre e decidere viaggiano su binari che si stanno tragicamente allontanando.
Renzi, bontà sua, propone, il Parlamento, invece partorisce migliaia d’emendamenti che, di fatto, bloccano le premesse di quel cambiamento nel quale ancora crediamo. Quali sono i reali motivi di questo “freno”parlamentare? L’interrogativo è insito nelle premesse che potrebbero essere spunto per estrinsecare delle risposte. Invece, si preferisce girare “in tondo”, lasciando il sospetto che si consenta al Potere Esecutivo solo l’impegno propositivo.
La volontà di decidere proprio ancora non la intravediamo. Con la “stasi” stagionale, anche il Parlamento andrà in pausa breve ed i problemi, come sempre è accaduto, li ritroveremo a settembre. Alle porte di un autunno che sembra non promettere nulla di buono. Peccato che l’Italia sia in emergenza socio/politica. Perché, se così non fosse, il barcamenarsi degli eventi potrebbe essere anche un sistema per contrastare la canicola del periodo.
Invece, la questione è troppo seria per sottovalutarne gli effetti prossimi e futuri. Se, entro l’anno, non saranno modificati alcuni articoli della nostra Costituzione c’è da credere che la legge elettorale, ovviamente quella “nuova”, resterà nei cassetti delle commissioni parlamentari. Neppure Renzi, ed il Partito che lo sostiene (PD) è riuscito a dare uno stimolo al sistema per determinare un effetto volano. Eravamo quasi sicuri che l’Esecutivo si sarebbe mosso a carte “scoperte”. Invece, tutto il gioco è ancora al “buio” di una partita che ha per posta il futuro della Penisola.
C’è da sperare che non s’accantonino occasioni che ancora si presenteranno in questi ultimi mesi del2014. Sarebbe un errore assai grave e del quale Renzi e la sua Squadra dovrebbe dare giustificazione al Paese.