La Missione cattolica di Ausgburg collabora con l’associazione Augsburger Kantine per la distribuzione di cibo destinato ai meno abbienti
Due volte alla settimana Ashraf Rashwan, Rosemarie Strehle, dell’associazione, insieme a Guerrina Di Nardi, della Missione, e altri volontari dispongono sui tavoli le cassette di frutta e verdura e altri generi alimentari ben conservati che altrimenti sarebbero destinati al macero. “Senza don Bruno e Camilla questo non sarebbe stato possibile. Ci danno un enorme supporto morale e non solo di spazio”. A parlare è Ashraf Raschwan, del direttivo dell’associazione Augs-burger Kantine che da quasi due anni distribuisce i generi alimentari, raccolti nei negozi e nei supermercati.
Camilla Spieß, segretaria della Missione è entusiasta dell’iniziativa. “È una cosa bellissima e utile. Ci sono 100 persone che ogni volta vengono a prendere frutta, verdura, latte in polvere, carne e anche pesce, fresco, posato sul ghiaccio”. La sala della missione che don Bruno Zuchowski mette a disposizione per la distribuzione era da tempo vuota per via della cancellazione degli incontri a causa del covid. “È impressionante vedere quanta gente venga, in fila fuori aspettano il loro turno. Alcuni arrivano con carrozzine vuote per poter trasportare più borse” continua Camilla Spieß. “È una cosa fatta con rispetto per le persone che vengono, perché si chiede loro di che cosa hanno bisogno e viene loro dato, senza imposizioni. E sono persone di ogni nazionalità, anche tedeschi e italiani e di ogni credo religioso” racconta Camilla ed “è una cosa fatta con rispetto anche per il cibo che altrimenti verrebbe buttato via, e noi buttiamo via troppo cibo”.
La pandemia ha accentuato la povertà e per molte persone l’Augsburger Kantine è una manna dal cielo perché è attiva tutti i giorni ed è libera; i volontari dell’Associazione distribuiscono cibo tutti i giorni della settimana e anche nei giorni festivi, in tre punti della città di Augusta fra cui la missione cattolica, guidata da don Bruno Zuchowski. L’accesso è libero, non occorre prenotarsi, non si è costretti a prendere una borsa piena di alimenti preconfezionata e chi può, lascia un pagamento simbolico di due o tre euro.
Racconta Ashraf Raschwan “all’inizio non è stato molto facile, dovevamo conquistare la fiducia dei negozi, delle piccole, grandi catene di supermercati, ma poi nel giro di sette mesi ci siamo riusciti e abbiamo acquisito anche negozi bio e di alimenti per bambini, perché abbiamo mostrato loro di essere affidabili, flessibili e di lavorare bene e di tenere pulito”.
Il progetto dell’Augsburger Kantine, associazione non a scopo di lucro, ha potuto essere realizzato anche perché hanno saputo conquistare la fiducia dei negozianti che mettono a disposizione i prodotti alimentari con flessibilità e affidabilità. “Noi ci orientiamo ai bisogni dei negozi” ha detto Ashraf Rashwan. Infatti ogni esercizio commerciale ha i propri orari per far ritirare il cibo, scartato ma sempre ben conservato, prima che arrivino i fornitori e, in questo lasso di tempo, a volte variabile, l’associazione interviene prontamente. Due team di quattro persone ciascuna con auto e piccolo rimorchio vanno allora nei negozi, caricano la roba e se ne vanno dopo aver pulito per non intralciare la routine logistica dei negozi.
Due anni fa è nata l’idea di questa distribuzione di cibo su iniziativa di Ashraf Rashwan e Rosemarie Strehle: mettere in piedi una catena di distribuzione più libera e meno burocratica dove chi ha bisogno possa prendere il cibo senza doversi iscrivere e soprattutto prendendo ciò che serve loro. Questa filosofia è la ricetta vincente della Augsburger Kantine e che la differenzia da iniziative analoghe e anche più affermate e diffuse sul territorio come la Tafel, con la quale Rashwan ha collaborato tre anni.
La Missione pensa di poter continuare a lasciare la sala a disposizione della Augsburger Kantine anche in futuro, quando dopo la pandemia riprenderanno le attività “perché le nostre attività, si svolgono alla sera ma soprattutto il fine settimana, e comunque abbiamo anche una saletta al primo piano, una soluzione positiva ci sarà sicuramente” conclude don Bruno Zuchowski.