I primi convegni zonali delle missioni di fra attività svolte in pandemia e riflessioni su grandi temi
I primi convegni zonali delle missioni di quest’anno si sono svolti in videoconferenza nella prima settimana di febbraio. Le quattro zone in cui sono raccolte le missioni cattoliche italiane, zona sud, zona nord, zona centro e zona Baviera organizzano annualmente tre incontri che sono un’occasione di scambio informativo sulla situazione, sulle iniziative per i prossimi mesi e di riflessioni su temi di attualità per le missioni. Il tema suggerito dal delegato era “Il posto delle nostre comunità nel contesto della parrocchia locale e della diocesi” di fronte al processo di ristrutturazione territoriale in atto nella chiesa tedesca (si veda articolo sotto). Ai convegni di zona partecipano i sacerdoti, suore, religiosi e religiosi, i collaboratori e referenti pastorali, i consiglieri di zona, come pure il delegato e la responsabile dell’ufficio documentazione e pastorale, Udep. Quella che segue non è una cronaca dei convegni, né un verbale, ma una sintesi di alcune tematiche toccate.
Zona Nord
La Zona Nord ha salutato e dato il benvenuto a don Marco, da pochi giorni giunto nella missione di Arnsberg-Neheim dall’Italia e ancora in quarantena. Il coordinatore di zona don Pierluigi Vignola prendendo spunto da “Riconciliare il cristianesimo con la modernità”, tema della quarantanovesima Settimana Sociale dei Cattolici italiani che si svolgerà a Taranto dal 21 al 24 ottobre prossimo, ha citato la seconda enciclica di papa Francesco “Laudato si’”. “L’esistenza umana si basa su tre relazioni fondamentali strettamente connesse: la relazione con Dio, quella con il prossimo e quella con la terra” (LS, 66). “Si sviluppa così”, ha messo in evidenza don Vignola “un’ecologia che non è solo ambientale, ma anche sociale, culturale, umana. Tutto è connesso, tutto è in relazione: le persone non sono separate dalle relazioni con gli altri, dalla cura della casa comune e dalla custodia del creato, che non può che essere intimamente connessa ed inscindibile alla custodia della vita umana”. L’argomento ha suscitato nei presenti riflessioni profonde sulla pandemia: don Giovanni Ferro ha detto di aver vissuto diverse stagioni di cambiamento, ma il virus ci mette di fronte alla riflessione su sorella morte, come diceva San Francesco. Don Ferro: “il crocifisso si è incarnato in questa pandemia”. E parafrasandolo ha parlato di “fratello virus”, quasi una provocazione per chi vuole vedere nel coronavirus un castigo di Dio o l’opera del diavolo. Ci sono credenti che pensano che il diavolo agisce attraverso il virus, “serpeggia l’idea che sia un castigo di Dio”, ha rilevato Flavia Vezzaro, referente pastorale di Wuppertal. Occorre più preparazione per i cristiani, che seguono le tradizioni ma la Bibbia è poco conosciuta ha detto padre Marwan Youssef, biblista, “Cerchiamo di formare le persone sull’economia salvifica di Gesù” secondo quanto detto da papa Francesco sulla rievangelizzazione.
Zona Sud
Joseph Ambasseril, coordinatore di zona, ha annunciato che Sonia Cussigh, referente della comunità di San Martino di Stoccarda, è stata eletta membro del Diözesanrat. Il tema della conoscenza della parola di Dio è stato al centro della relazione (si veda pagina 22), presentata da Massimo Filippelli, presidente del consiglio pastorale. La referente della comunità di Rottweil, Maria Angela Mariano, ha fatto presente che alcune famiglie non hanno materiale per l’homeschooling dei figli. Thomas Raiser, referente pastorale di Weiblingen, è tornato sul tema delle linee guida delle comunità d’altra madre lingua (si veda l’intervista nel numero di dicembre) presentando modelli organizzativi che potrebbero risolvere alcuni problemi di appartenenza alla comunità.
Zona Centro
Georg Feller, referente pastorale e coordinatore di zona, ha imperniato il convegno sul tema “Il posto delle nostre comunità nel contesto della parrocchia locale e della diocesi”. Ufficialmente in pensione, Feller resterà ancora per un anno come volontario. C’è stata una breve introduzione di Paola Colombo (Udep) sull’orientamento della chiesa tedesca circa il superamento dell’impostazione “missio cum cura animarum” per le comunità d’altra madre lingua e le motivazioni. Monsignor Luciano Donatelli, vice delegato, ha ricordato che è inevitabile trovare altre strutture perché se andiamo avanti così andiamo a finire per esaurimento e ha esortato a partecipare a questo processo di cambiamento perché “o salviamo insieme la communio o andremo finendo anche per colpa nostra”. Per don Waldemar da Karlsruhe andrebbe addirittura superato il dualismo fra comunità d’altra madre lingua e chiesa tedesca. Fondamentale per il futuro sarà anche l’apertura culturale del parroco che avrà nella sua parrocchia comunità d’altra madre lingua. (Sul tema si rimanda all’articolo sotto).
Zona Baviera
Don Mietek, coordinatore della zona Baviera, ricordando che quest’anno è stato dedicato, da papa Francesco, a San Giuseppe, ha organizzato il convegno su “San Giuseppe, padre dell’accoglienza adottiva”. Ricordando chi è in prima linea in questa pandemia, gli operatori sanitari, medici e personale infermieristico, padre Giampiero ha introdotto una relazione su San Giuseppe, uomo semplice, riservato, ma presente, attento e responsabile. Con San Giuseppe va riscoperto il compito della paternità. La riflessione su San Giuseppe verrà pubblicata sul numero di marzo in occasione della festa del santo.